“…non è la geografia che ci fa essere Missionari, ma il sentirsi comunque e sempre dei MANDATI da Cristo ai nostri fratelli e sorelle a partire da chi ci è vicino…”.
E’ una frase tratta da una lettera di Sr. Lucia Vallotto (Missionarie di Maria – Saveriane) che abbiamo letto il mese scorso in occasione del suo ultimo viaggio, quello del ritorno alla casa del Padre.
Per come l’abbiamo conosciuta questa frase raccoglie in sé due caratteristiche di Lucia: sentirsi innamorata e amata da Dio Padre tanto da mettersi, al di là delle proprie paure, in cammino verso i fratelli e sorelle. Con lei e Stefania, purtroppo abbiamo fatto solo un breve tratto di strada, tuttavia grati per aver condiviso con noi parte della vita, le vogliamo ricordare così: come nostre compagne di viaggio…
Gruppo Missionario e Caritas
Riportiamo alcuni passaggi, tratti dal saluto delle consorelle saveriane in occasione del funerale:
“ …Sei entrata nella nostra Famiglia missionaria il 25 settembre 1983: avevi 23 anni. Avevi scritto nella domanda di ammissione: “quei doni che da Dio mi sono stati dati gratuitamente, anch’io gratuitamente voglio metterli a disposizione di tanti miei fratelli. Ho capito, “sentito”, che la più grande gioia è seguire Gesù. (…) Ho tanta paura, ma mi metto nelle sue mani” (16 luglio 1983).
E così lasciavi il tuo paese, Cittadella (Padova), la tua famiglia: il papà Luigi, la mamma Giuseppina e nove fratelli e sorelle; tu eri la seconda dopo Paolo. E dicevi di loro: “Dio mi ha fatto il dono di nascere in una grande famiglia, una famiglia cristiana che mi ha dato la fede e mi ha fatto conoscere un Dio che è Padre” (16 luglio 1983).
Avevi un temperamento schietto, semplice e allegro. I primi anni eri molto timida ma le tue risate risuonavano fragorose e contagiavano tutte. In comunità hai saputo donare e ricevere.
Scrivevi alla Direttrice generale, nella domanda per entrare in Noviziato: “Uno dei tanti doni che con te voglio ricordare è quello di tante sorelle che mi hanno amata, aiutata, spinta, … insomma mi hanno fatto “uscire dal guscio”. Così anche i doni che il Signore mi ha fatto li ho donati con più libertà, senza paura, con la gioia anzi di metterli a disposizione perché altre persone avessero a gioire” (30 marzo 1986).
Dopo gli anni della formazione, dopo la prima professione nel 1988, dopo un servizio in cucina in Casa Madre, hai frequentato il corso d’infermiera professionale presso la Casa di Cura Piccole Figlie a Parma, diplomandoti nel 1992 (…) Ancora alcuni anni di servizio in Casa Madre, poi hai ricevuto la tua destinazione: lo Zaire, l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Prima della partenza ti sei preparata con lo studio del francese a Parigi e il Corso di Medicina Tropicale in Belgio.
(…) Il 2 giugno 1996 partivi per il Congo, in un momento difficile per il Paese, con una guerra imminente che sarebbe scoppiata nell’ottobre seguente e che ha costretto te e altre sorelle a rifugiarvi in Uganda, per rientrare in Congo sei mesi dopo, in maggio 1997.
Le difficoltà del primo anno di missione non hanno spento il tuo entusiasmo missionario: hai continuato il tuo servizio al Centro sanitario di Luvungi, con cuore compassionevole, con generosità e senza risparmio.
Nel 2001 sei rientrata a Parma, chiamata a svolgere il tuo servizio in Casa Madre, con le sorelle anziane e ammalate e lo hai fatto con amore, dedizione e competenza.
(…) Dopo otto anni trascorsi a Parma, hai accolto con gratitudine la ridestinazione alla R. D. del Congo, e la partenza, avvenuta il mese di marzo del 2010: “Sento il ripartire come un regalo che mi è messo fra le mani. Nello scorrere degli anni ho toccato con mano la mia fragilità e pochezza di fronte al dono immenso di Dio. (…) Ho incontrato in questi anni un Dio che è Padre, che ci lascia camminare anche attraverso vie storte, senza perderci di vista e senza cessare di attirarci a sé. Questo Dio vado ad annunciare” (Giornalino Missionarie di Maria, n. 2 – marzo 2010).
E lo hai fatto, Lucia, prima a Uvira continuando le attività sanitarie verso i più poveri e abbandonati; poi a Bukavu con il servizio nella Caritas, in collaborazione con i laici, a livello delle comunità ecclesiali di base e di Parrocchia, e con il tempo donato ai carcerati della Prigione centrale dove, lavorando in équipe con altre suore e sacerdoti, ti sei adoperata per soccorrere, curare e dare dignità ai numerosi prigionieri.
Hai annunciato quel Dio Padre misericordioso anche con la tua presenza fraterna e il tuo servizio nella comunità delle sorelle e in quella delle giovani in formazione a Bukavu.
Poi, in novembre del 2012, il ritorno in Italia per accertamenti di salute, e in seguito la diagnosi del tumore, la chemioterapia, l’intervento, con la speranza sempre viva di poter star bene e tornare, fosse pure un breve periodo, in Congo.
Fino a quando le forze te lo hanno permesso, hai cercato di condurre una vita normale: offrivi i tuoi servizi in comunità, uscivi per qualche commissione o per delle visite, eri presente a tanti momenti comuni
(…) Cara Lucia, ti pensiamo ora nell’abbraccio del Padre, libera e gioiosa, circondata da tutte le persone care che ti hanno preceduto e ti stavano attendendo. Ora che sei giunta a Casa, veglia su tutti noi, sui tuoi cari, sul tuo amato Congo, perché giunga presto il giorno della pace!