Ti sarà capitato di dover fare un tratto di strada, che solitamente fai da solo, in compagnia; probabilmente ti sarà sembrato più corto, se poi lo hai fatto con qualcuno a cui vuoi particolarmente bene … il tempo e la distanza saranno stati ben diversi dalla solita routine.
È un po’ questo il senso della scritta che troviamo nella nostra chiesa per il periodo dell’avvento e, anche se realizzata principalmente per il cammino dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, può essere provocante per noi adulti in quanto ci spinge a confrontarci sul nostro essere comunità cristiana.
Ci interroga su quanto riusciamo a muoverci insieme e sull’importanza che diamo a Gesù Cristo ed al Vangelo in questo nostro cammino.
Non è poi così distante dalla domanda che accompagna il vescovo Claudio, in visita pastorale alle parrocchie della diocesi – come state? -, in cui invita le comunità cristiane a verificare l’annuncio del Vangelo, la capacità di celebrare e pregare e il suo fare spazio alla carità verso poveri e deboli.
In poche parole ci invita a “Camminare insieme… nella corresponsabilità”.
Corresponsabile è colui che non solo dà una mano, ma ha un sogno comune, costruisce un progetto insieme, condivide una stessa passione, si prende la responsabilità in proprio, mentre collaboratore è colui che dà un aiuto a qualcuno che si assume la responsabilità delle scelte, delle decisioni, degli orientamenti. Una comunità in cui la collaborazione ha ripreso il posto della corresponsabilità è una comunità che in genere ruota attorno al parroco, al cappellano o alle suore…; se poi questi non sono di nostro gradimento è facile cadere nella “sindrome del colpevole”, che ci obbliga ad individuare sempre il responsabile di un problema fuori dal nostro ambiente sicuro e giustificante, quindi fuggire dal problema stesso.
Non ti sembra che la festa che abbiamo vissuto lo scorso mese per il 40° della parrocchia ci abbia detto che siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nell’annuncio del Vangelo”? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nella liturgia”? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nella carità” specie in avvento, periodo dedicato in maniera particolare alla Caritas? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nei e tra i vari gruppi parrocchiali”? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nelle attività” anche ricreative? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nelle difficoltà”? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nella gioia”? Siamo noi chiamati a “Camminare insieme… nel …”?
Certo non ci è chiesto di fare tutto, ma bene la nostra parte… per giungere così al Natale e “fermarsi a contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che si fa uomo nell’umiltà e nella povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi stessi quel Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni. Celebrare il Natale è quindi manifestare la gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato in tutta la nostra esistenza, per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità, della luce di Dio agli altri” (Benedetto XVI – Udienza Generale del 4/01/12)