C’è un piccolo pino in mezzo al cortile. Si chiama Pino Coraggioso. Cresce giorno dopo giorno ascoltando parole di coraggio.
Pino Coraggioso è il testimone silenzioso di ciò che ha portato il nostro Clan Cavallo Pazzo ad una svolta, e insieme ad esso altri 1542 clan provenienti da tutta Italia.
Ora, immaginate una strada: lunga, dritta, fiancheggiata da alti pini marittimi. Immaginate del caldo afoso e il canto delle cicale. Poi immaginate alla destra di quella strada lunga, dritta e fiancheggiata da alti pini marittimi, un’inimmaginabile distesa di tende: tanti coloratissimi igloo. No, non era una tendopoli, non era il risultato di una catastrofe.. era il frutto del nostro coraggio. Continuate a immaginare, e pensate a quei 33.000 ragazzi fra i 16 e i 20 anni che hanno deciso di prendere in mano la loro vita e il loro futuro e hanno abbattuto tutti i muri che la società ci impone. Immaginate un obiettivo comune: cominciare a costruire il cambiamento, per un domani migliore.
Immaginate cinque giorni passati sulla strada con lo zaino in spalla, a conoscere fratelli che arrivano dalle parti opposte del nostro Paese, a confrontare le nostre idee, ad amarci pur essendo polentoni e terroni. Immaginate alla fine di questi cinque giorni partire per raggiungere un luogo di cui si sente parlare da mesi, San Rossore (Pisa), arrivare e venire accolti come se ci si conoscesse da sempre, per il semplice fatto di avere un fazzolettone al collo. Immaginate la gioventù di adesso, ma non secondo le tinte che di solito le si danno: bruciata, intossicata, inutile, sfaticata … no! Immaginatela impegnata, con un sorriso sulla faccia, a pensare al futuro, a ciò che prima di tutto NOI possiamo fare per questo mondo, impegnata a redarre la Carta del Coraggio da consegnare a Stato e Chiesa per far loro sapere che noi ci siamo. Immaginate una città nuova anche se temporanea, non costruita sul cemento, ma sulla terra, fatta di tela, lunga sette chilometri, con palchi, bar, negozi, poste, musei, “monumenti” (ovviamente in stile scout, pali e corde), e la gente che la affollava notte e giorno, come una vera metropoli.
Immaginate lo stereotipo della metropoli e capovolgetelo: la metropoli di solito è grigia, fredda, menefreghista, la nostra Città di Tela sorrideva. Sorrideva agli sconosciuti che si incontravano per il cammino, con la simpatica insolenza della gioventù sorrideva a chi gridava (forse con un po’ di disperazione) le istruzioni da seguire, sorrideva all’improbabile cibo che ci veniva dato, sorrideva fra le lacrime al momento dei saluti.
Avete immaginato tutto questo? Sappiate che dal 1 al 10 agosto tutto ciò è stato realtà.
C’è una certezza nei cuori di tutti gli scout che hanno partecipato alla Route Nazionale:
abbiamo avuto coraggio, servire è la sfida, il futuro è domani. ONE WAY, dritti al futuro.
Serena – Clan cavallo pazzo
Gruppo scout cittadella 3